pannello con tre diverse versioni di uno stesso lavoro |
Scrivere questo post non mi sarà semplice, in questi giorni mi sono trovata a riflettere su moltissime cose e grazie al contributo di un telefilm ho compreso una cosa che non mi era mai stata così chiara prima.
Sin da piccola ho sempre desiderato e mitizzato l'amore, non essendo mai stata molto fortunata durante l'adolescenza su questo aspetto ho vissuto sulla base del sogno e del desiderio di trovare la persona giusta e fatta apposta per me, solo che nel frattempo ho anche maturato una fortissima individualità - anche se solo apparente - che mi ha portata spesse volte ad essere freddissima nei miei rapporti con gli altri. Ho troncato amicizie che dovevo troncare ma non l'ho fatto spesse volte nei modi più corretti, avrei potuto essere diretta, sincera invece mascheravo la mia codardia con atti di arroganza e superiorità, di strafottenza; non ho mai ragionato molto sulle scelte che facevo, le facevo e basta, anzi le attuavo e basta e questo ha contribuito alla formazione di una persona molto strana, sensibilissima ai limiti della spersonalizzazione da un lato e totalmente menefreghista dall'altro.
Adesso, la crisi che ho vissuto e che sto affrontando giornalmente dalla scorsa estate non è stata una crisi sul mio rapporto con Carmelo, ma è stata una crisi personale che si è riflessa su di noi; io non ho più riconosciuto me stessa, non sono più riuscita ad aiutarmi nei momenti in cui avrei dovuto cercare di essere più forte perché credevo talmente tanto nel sentimento che provavo che non mi stavo più occupando di altro. Oggi ero in bagno mentre mi occupavo di pulirlo ed il sole passava caldo e deciso dalla finestra, mi sono fermata un attimo e mi sono accucciata per farmi colpire dai raggi ed io ho pensato che anche se per me, per la mia parte più ormonale, più bambinesca e sognatrice sarà difficile, io non ho intenzione di amare, almeno nel senso classico del termine e questa decisione non deriva solo dal ragionamento precedente ma anche dal fatto che ho compreso che l'amore non è un sentimento gratuito, non si ama un'altra persona per quello che l'altra persona è, ma il più delle volte lo si fa per le sensazioni positive che ci da lo stare con quella persona e pensiamo che questo, o almeno io pensavo che questo bastasse a se stesso per affrontare i miei problemi personali ed invece anche se apparentemente si cambia, prima o poi le cose rimpiombano addosso perché chiedono una soluzione. Ora il più delle volte la soluzione la si cerca chiudendo un capitolo e aprendone altri all'infinito fin quando si trova una forma di stabilità e quindi l'amore, i rapporti con le persone si sviluppano sulla ricerca di questa stabilità, di questa sicurezza che non potendo o riuscendo ad essere trovata in noi stessi ha bisogno di un sostegno su cui appoggiarsi; è un processo logico se ci si pensa, però non lo so, non mi sembra convincente. Non è convincente che le proprie insicurezze vengano appoggiate da un'altra persona, non è quello che in fondo la parte dura di me, quella più indipendente sente come giusta. I rapporti con gli altri e soprattutto con chi scegliamo di tenere più vicino a noi dovrebbero essere basati sulla reciproca condivisione di percorsi, io non ho bisogno degli amici per stare in piedi e gli amici che ho - pochissimi - stanno facendo i loro come io sto facendo il mio, quindi perché non attuare questa stessa cosa con la persona con cui vivo? Lui a questa coscienza c'è arrivato molti anni prima di me ed io avevo ascoltato tutto con un orecchio solo, avevo accettato tutto perché mi sembrava giusto, ma non lo avevo attuato nel mio piccolo e quindi alla prima prova del fuoco sono scoppiata e la mia incoscienza mi si è scaraventata addosso bruciandomi pesantemente.
Io sono strana e la mia stranezza me la tengo perché un po' le voglio bene, ma devo cercare di conciliare i percorsi e di trovare un equilibrio che poggi solo su di me, anche se questo vuol dire stare ancora mesi a combattere con la mia testa, a me va bene, mi va bene, perché io voglio lottare.
La condivisione nel rapporto di coppia è da un lato comunione e dall'altro limitazione. Purtroppo é inevitabile, se io sono di cattivo umore la cosa si manifesta anche nei confronti del partner, se lui mi chiede una cosa e io non ho voglia di parlarne esercito il mio diritto alla privacy ma al tempo stesso denoto sfiducia nei suoi confronti...
ReplyDeleteSono situazioni in cui passiamo tutti, vedrai che col tempo troverai la giusta alchimia ;-)
P.S.: mi piace più di tutti il terzo disegno.
Ultimamente siamo troppo empatici, ma sono senza soluzioni :/
ReplyDeleteSto cercando di concepire la mia vita come un viaggio in cui cerco di comprendere quello che mi accade, non ho mai letto tutto il Viaggio in Occidente ma bene o male conosco la storia ed il temperamento di Son Wukong e mi sento un po' come lui... e come lui imparerò!
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