Eno/Bradbury: Incontro con una sirena da nebbia a Dunwich Beach.

Alessia H.V.,' Dunwich Fog-Horn', crayons on paper, 2014.

Spiegare questo disegno non mi è molto semplice, soprattutto perché fino a ieri notte non ero affatto sicura che potesse piacere o avvicinarsi almeno all'idea di chi mi ha lanciato la proposta di realizzarlo, ovvero il buon Ivano. Ma mi sono fatta coraggio e adesso vi spiego meglio!

Qui avrei dovuto rappresentare quello che secondo me era il connubio fra un brano di Brian Eno - Dunwich Beach, Autumn 1960 - ed un racconto dello scrittore Ray Bradbury che io ho letto nella versione in lingua orginale, The Fog-Horn.
Entrambe le opere vengono citate da Ivano nella sua blog novel Solve et Coagula, ma la natura della loro connessione nella sua opera non è stata ancora svelata, quindi personalmente ho proceduto soltanto sulla base di alcune impressioni iniziali suggerite dalle fonti. Nonostante avessi da subito notato la presenza di un unico filo emotivo fra le atmosfere dei due brani non riuscivo letteralmente ad esprimere la malinconia che li accomuna, nel senso che disegnando i primi schizzi stava venendo fuori qualcosa di forzatamente illustrativo che non riusciva ad avvicinarsi all'idea che avevo in testa, quindi mi sono messa a disegnare in modo lineare sperando che un suggerimento mi arrivasse dallo stesso foglio ed è nato questo 'mostro' attorno cui poi si è sviluppato il resto.
Avevo molta paura di deludere Ivano e la fiducia che mi aveva dato e quindi ho esitato un po' prima di prendere in mano il foglio con questo disegno e lavorarci, ma alla fine ho dovuto arrendermi perché fra tutto ciò che avevo provato a fare questo era il risultato più sincero e vi dico - e anche gli spiego - il perché.

Con questo disegno io ho trovato un modo per esprimere ciò che mi mancava della connessione fra Eno e Bradbury che non era la malinconia ma un qualcosa che ho potuto capire solo mettendomi faccia a faccia con i brani e con il tentativo di dargli un'immagine. Più che malinconia ho avvertito il sentimento più distruttivo della mancata comunicazione, il mostro preistorico - che sia il suono emesso di Dunwich Beach o l'essere emerso dal mare di Bradbury - è solo, assolutamente solo e cerca in una luce, un suono che gli appare familiare ciò che non esiste ormai più; quando questo suono viene interrotto la sua rabbia si scatena e lo porta alla distruzione del venerato e lontano oggetto - il faro - che forse lui sapeva già non essere un suo simile, ma è proprio questa consapevolezza celata che scatena la furia più nera.
Il mostro, io credo, siamo noi quando tessiamo trame di parole e sensazioni con persone, esseri addirittura idee o principi che stanno a stento ascoltandoci o che non esistono affatto, sappiamo essere fittizi e fallimentari, ne siamo implicitamente coscienti, ma quando ciò si palesa in modo oggettivo, quello da cui non possiamo fuggire più, la sensazione di sconfitta e di autosabotaggio ci distrugge.

Non so se sono stata veramente capace di raccontarvi tutto questo o se avrei potuto fare di più, intanto ringrazio Ivano e tutti voi come sempre e scusate le tante parole ma stavolta erano dovute!
A presto!

Comments

  1. Grazie Alessia!!! Il disegno è bellissimo *_* e l'equilibrio tra realismo e astrazione mi sembra riuscito ancora meglio del solito. Il mostro presenta inoltre, almeno ai miei occhi, echi dell'arte vichinga spesso citata nel mio racconto ^_^
    Anche il discorso dell'incomunicabilità, sul quale hai detto di esserti concentrata (e immagino che la frammentazione del cielo abbia a che fare anche con questo), c'entra moltissimo con "Solve et Coagula", perché una buona parte della storia è occupata proprio dai continui tentativi della protagonista Luisa di stabilire un rapporto personale, sempre rimandato, con la sua misteriosa inquilina Alessandra.
    Riguardo poi alla connessione tra il brano di Eno e la storia di Bradbury, è in realtà già stabilita nella blog novel (almeno, ho provato a farlo nelle parole del padre di Luisa). Quel che ancora mi resta da definire, ma ormai sono a un passo dal farlo, è piuttosto come tutto ciò si inserisce nella trama della vicenda.
    Vedo infine che hai anche provato a restituire visivamente il suono. Ma io, che conosco tutto l'antefatto, sono il meno indicato a definirne l'esito, perché parto già ascoltando il dipinto. Conosci, a questo proposito, l'opera del pittore americano Charles Burchfield che nei suoi acquerelli cercava di riprodurre oltre che le forme e i colori anche i suoni della natura?

    ReplyDelete
    Replies
    1. Che dirti Ivano? Io sono felicissima che anche questa comunicazione, come quella con Marco, sia riuscita nonostante tutti i miei timori! ç_ç
      Veramente avevo paura di aver fatto qualcosa di lontano e invece hai colto tutto, il cielo e la rappresentazione del suono soprattutto! Sono troppo contenta!!
      Nel dire che ancora non è stato definito questo rapporto intendo da parte del lettore che ancora deve scoprire cosa accadrà, ma ovviamente nella tua mente di scrittore esiste già l'idea alla base e mi fa piacere che anche sul piano dell'incomunicabilità ci veniamo incontro, insomma: bellissimo questo esperimento! Ti ringrazio tanto e nuovamente! *_*

      Non conosco Burchfield purtroppo, ma di sicuro lo andrò a sbriciare adesso! :D
      Grazie tante nuovamente! *_*

      Delete
    2. Grazie di nuovo a te! Sappimi dire poi su Burch ;)

      Delete
    3. Ho visto velocemente qualcosa ma sono rimasta veramente stupefatta da alcune opere che ho visto!
      Incredibile! I colori ed il tratto parlano come se ci fosse il vento che passa fra le foglie del prato o i petali dei fiori e poi ha un gusto molto particolare che mi ha colpito subito!!!

      Delete
  2. La coppia ispiratrice è stratosferica... e il lavoro molto buono.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie Ferruccio!
      Nonostante forse avrei veramente potuto fare di meglio a livello formale ma la strada mi ha condotto a questo. ^^

      Delete
  3. Invece è riuscito proprio bene. Il mostro ha realmente un aspetto triste, desolatamente triste. Lo sfondo surreale e fantascientifico da un tocco di mistero al disegno. Ivano è - giustamente - soddisfatto.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie Ariano per questo commento!!
      Mi fa veramente piacere che ti sia piaciuto! ^^

      Delete
  4. E' un bel disegno!
    Mi ricorda molto una puca :)

    ReplyDelete
    Replies
    1. Io ovviamente ignoravo cosa fosse una puca e quindi ho sbirciato e visto che è una creatura di Magic! :°D
      Effettivamente la ricorda!! :D

      Grazie tante Marcoo!

      Delete
  5. adoro la combinazione di colori freddi e lo sguardo malinconico del drago!!! Hai fatto davvero un lavoro eccellente. Non so perchè, ma il drago mi sembra si trovi nei sotterranei di una metropolitana allagata ;)
    Un bacio! <3

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie bellissima Petralia! *_*
      Sono davvero felice ti piaccia e mi piace ancora di più che tu ci abbia ritagliato sopra un tuo paesaggio metropolitano!! Bellissimo!!

      Un abbraccio!!

      Delete
    2. "sotterranei di una metropolitana" perché quei tratti spigolosi fanno venire in mente i murales ed è quello a cui ho pensato anche io :D.
      Mi piace molto la contrapposizione tra la parte di disegno "spigolosa" e quella piena di curve (il mare) con il drago che sembra quasi uscire dal disegno

      Delete
    3. Grazie Michele! :D
      Quello che mi piace tantissimo di questa visione metropolitana è che è totalmente 'nuova' almeno rispetto a come l'immagine è stata concepita, quindi dire che la adoro è veramente poco! *_*
      Mi piace questa fantasia! *_*

      Delete
  6. Ottima combinazione!
    Ti auguro una buona serata.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie Cavaliere! Sempre gentilissimo! :D
      Buona serata a lei! ^_^

      Delete
  7. Non ho letto il racconto ma conosco il brano di Eno: per me il disegno è perfetto per quel che hai voluto trasmettere, gamma cromatica compresa.

    Bravissima *__*

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie Glò ç_ç
      Mi fa doppiamente piacere che la relazione fra il brano di Eno ed il disegno ti sembri centrata, all'inizio avevo avuto il timore di essermi concentrata troppo sul brando di Bradbury ma è stato il caso in cui il disegno mi ha aiutata a capire testo e musica, è stata una bellissima esperienza!

      Delete
  8. Non so nulla della fonte d'ispirazione ma il disegno lo trovo interessante! :p

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie Nyuu!
      A dire la verità non le conoscevo nemmeno io prima che ne parlasse Ivano un mesetto fa circa, ma solo dopo la sua richiesta ho dovuto rapportarmici in modo ancora più ravvicinato! ^^

      Delete
  9. Leggendo la tua spiegazione della genesi dell'opera quasi mi verrebbe da proporti un altro disegno, ma meglio non esagerare, se no lavori a gratis su commissione! :P

    ReplyDelete
    Replies
    1. Guarda Marco, onestamente non mi può fare altro che bene fare un po' di esperienza e di gavetta facendo 'lavori aggratise', perché grazie a voi ultimamente ho avuto modo di fare esperienze incredibili che da sola forse non avrei potuto sperimentare, quindi se vuoi chiedere fallo pure! :D

      Delete
    2. OK, allora!
      Premetto: non sentirti in obbligo, rimaniamo amici lo stesso! :)
      Ti linko questo: https://plus.google.com/102810293123229452162/posts/icmLgga5JCq
      Si tratta della lettura di due miei racconti fatta a una presentazione del mio libro.
      Sarei curioso di vedere come rappresenteresti il primo o il secondo o entrambi, ma soprattutto il secondo.

      Delete
    3. Va benissimo! :D
      Aspetta solo che finisca un lavoretto che ho in cantiere per una persona e mi dedico a questo!!

      Delete

Post a Comment

Here you can share your thoughts