Vernaviri // Bonaverne: un dialogo fanta-narrativo.

Ieri sera leggevo il capitolo di Ventimila leghe sotto i mari relativo al mare dei Sargassi.
La descrizione che ne fa Verne mi ha riportato immediatamente alla mente un'immagine dai toni simili che avevo letto in Bonaviri, non ricordavo però al momento se esistesse fra i due una qualsiasi relazione, salvo poi ricordare che il primo fu tra le letture di giovinezza dello scrittore siciliano, che così afferma: 

«Mi piacevano molto i romanzi di Salgari, di Luigi Motta; meno quelli del Verne.»

In realtà, Bonaviri prende a piene mani dall'avventura del Professor Aronnax a bordo del Nautilus la descrizione del mare dei Sargassi contestualizzandola nell'impianto narrativo del suo romanzo Silvinia, come anche la bianchezza della superficie marina che il capitano Nemo e talvolta lo stesso Aronnax spiegano con l'esistenza di microorganismi gelatinosi che rifrangono la luce in superficie 'colorando' il mare di un bianco latteo.

Il mare dei Sargassi è, nello specifico, una sorta di 'lago nell'Atlantico', come cita Verne, formatosi dal circolo della calda corrente del Golfo e per usare le sue stesse parole:

«Ora, questo secondo ramo (della corrente del Golfo n.d.a.) - ed è piuttosto un'ansa che un ramo - circonda con i suoi anelli d'acqua calda quella parte fredda, tranquilla e immobile dell'oceano, chiamata mare dei Sargassi. Vero e proprio lago in pieno Atlantico, per girare intorno al quale, le acque della grande corrente impiegano non meno di tre anni. [...] Alcuni autori hanno perfino ammesso che le numerose erbe del quale è disseminato furono strappate dalle praterie di quell'antico continente (Atlantide n.d.a.). È molto più probabile, tuttavia, che queste erbe. alghe e fuchi, strappate dalle coste dell'Europa e dell'America, siano trasportate fino a quella zona dal Gulf Stream»

creando quindi, un bacino di correnti concentriche nel quale, in Verne:

«[...] galleggiavano corpi di ogni provenienza, ammucchiati in mezzo a quelle erbe brunastre (il sargazzo o alga bruna n.d.a.): tronchi d'alberi strappati alle Ande o alle Montagne Rocciose, e trasportati dal Rio delle Amazzoni o dal Mississippi, numerosi relitti, resti di chiglie o di carene, fasciami sfondati e talmente appesantiti dalle conchiglie e dai lepadi che non potevano risalire alla superficie dell'oceano.»

Una sorta di 'cimitero marino' non facile da attraversare che, nella fantasia di Bonaviri diventa un cimitero reale caricandosi probabilmente anche di un particolare valore simbolico relativo al viaggio di speranza degli immigrati siciliani che intraprendevano l'Atlantico per raggiungere l'America.
Così scrive Bonaviri:

«In quella corrente, misti alle alghe del Mar dei Sargassi, galleggiavano dei corpi, milioni di corpi dall'addome gonfio e dalla faccia verde. [...] Vedendo quella massa di corpi che oscillava, si scavalcava, proseguendo in un'unica direzione, le donne, in segno di lutto, si coprirono la testa con fazzolettoni e scialli, e cominciarono a farsi il segno della croce. 
In verità[...]era una fiumana di malviventi che, deceduti in pochi anni, scendevano verso l'oceano trasportati dal Nilo, dal Po, dal Volga, Dal Danubio, dalla Senna o dal Tamigi, o vi arrivavano attraverso le acque del Mississippi, dell'Orinoco, dal Rio delle Amazzoni.»

Le analogie sono abbastanza evidenti da non aver bisogno di essere sottolineate, adesso che con gli strumenti giusti in mano ho avuto la possibilità di dare voce chiara e tersa all'intuizione avuta ieri sera e mi è piaciuto comunicarla a voi o a chiunque passi a leggere anche solo per caso!

A presto!

Comments

  1. Io non l'ho mai letto... Ma hai una memoria fenomenale! Mi piacciono molto questi confronti letterari, mi riportano alle discussioni di scuola: è così difficile trovare persone che sappiano cogliere e analizzare così bene ciò che leggono, complimenti!

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    1. Clyo il tuo è un complimento grandissimo per me! ^^
      A me diverte molto quando riesco ad incappare in certe connessioni sia letterarie che di qualsiasi altro tipo e per quello che posso cerco di condividerle!

      'Silvinia' di Bonaviri te lo consiglierei, ha un'atmosfera fatata e realista allo stesso tempo, magari a volte lo scrittore esagera, è tipico del suo stile andare a largo con la fantasia, ma è di una delicatezza incredibile!

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  2. Che interessante, ammiro molto la tua passione...

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