Le - mie - Città Invisibili.

Alessia H.V., 'Kublai Khan and the Invisible cities', mixed on paper, 2015.

Parlami Marco, o mio diletto, delle cose che hai veduto,
di quel sogno d'imperio che le guerre hanno costruito;
raccontami, apri al mio cuore dimentico
ciò che la tua fantasia ha concepito.

Dimmi, Marco, delle città inesistenti,
di quel vuoto che accompagna il silenzio degli armamenti!
Svelami, o Marco, la profondità dell'abisso,
poiché io, ancora in vita, sono già da tempo morto.

Testo di Alessia H.V.
Mi preparo a profanare un territorio che penso tanta parte di cultura ritiene sacro.
Non so se la mia interpretazione di questo racconto scritto da Italo Calvino sia affine a quella ufficiale, ma io voglio raccontarvi quello che ha raccontato a me questo libro, quello che ho visto attraverso le pagine e quello che ho annusato in quegli attimi di respiro che lasciano da parte la descrizione delle città per aprire il dialogo fra Marco Polo ed il Khan.
Io ho sentito una profonda solitudine, come se il libro tendesse irrimediabilmente al vuoto, ma non il vuoto di contenuti, tutt'altro, quel vuoto che è un abisso profondo cui la consapevolezza ti conduce in prima istanza.
Quando ci si rende conto della effettiva realtà di fatto di una situazione, qualsiasi essa sia, immediatamente si sente come se il terreno manchi da sotto i piedi, lo stomaco diventa voragine, lo sguardo si perde, si fissa per un attimo - nella propria proiezione mentale - una realtà che si svela in tutta la sua potenza e dato che la realtà è spesso traumatica, sentiamo come se un vuoto totalizzante ci possedesse per un attimo.
Leggendo i frammenti di dialogo fra il veneziano ed il Khan, ho sentito come se Calvino volesse far intendere che il senso del libro non stava nelle infinite e meccaniche descrizioni delle città da lui viste o presunte, per quanto siano esse interessante e ricche di spunti di riflessione geniali... non sono il punto.
Il punto è Kublai ed il suo impero, costruito fra sangue e conquista dai suoi avi, con tentativi di comprenderlo e pacificarlo da parte sua, ma con la consapevolezza che esso non è altro che una proiezione del desiderio di potenza, non è nient'altro: è il nulla.
Il fatto che le città nel testo di Calvino abbiano dei nomi di donna è fondamentale, ieri pensavo proprio a questa incredibile connessione di significato: le città di un impero - conquistate, ma non vissute - le donne di una vita - forse conquistate, amate fisicamente ma mai veramente vissute nell'intimo: questa è la cifra della solitudine che unisce un imperatore all'uomo che egli è.
Per questo motivo ' Le città invisibili' mi ha sconvolto, ho sentito la voragine dietro il bianco delle pagine.

Ovviamente si tratta di un'interpretazione totalmente personale, non c'è nulla di confermato e non mi interesserò nemmeno a farlo, vi ho voluto dare la mia personale impressione sull'opera e l'interpretazione grafica che ne è uscita fuori!
Fra l'altro il disegno è stato condotto in due momenti diversi: la prima parte è stata lo schizzo a matita delle figure principali, la colorazione con acquerello e il ripasso a penna per marcare le figure; nella seconda fase accorgendomi che il Khan era troppo occidentale, ho apportato delle modifiche a penna per renderlo più asiatico. In teoria dovrei mantenere questo particolare come un segreto professionale, ma non mi importa renderlo tale! :D

Spero di non farvi inorridire con questa interpretazione, ahah, e spero, anzi che in qualche modo la gradiate!
A presto!

Comments

  1. Allora, premetto che non ho letto quell'opera di Calvino (che ignorante che sono...!)
    Il disegno è bello, direi a tratti tribale con echi di Dalì (forse lo sfondo acquerellato e il tratto schizzato).
    Quello che hai detto sulle città e sui nomi di donna mi piace molto: come te, non so se siano state le reali intenzioni dell'autore, ma cazzo... è una interpretazione orgasmitica. Davvero bella e profonda.

    Moz-

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    1. Grazie Moz!! :D
      Ovviamente è sempre una visione abbastanza personale, però mi ha affascinata tanto e ho voluto parlarvene!
      Ma poi figurati, io ho capito che ognuno di noi ha un suo particolare panorama di letture/esperienze affrontate o che affronterà e non è detto che combaceranno mai, ma intanto se ne condividono le impressioni! :D

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  2. Non conosco il libro ma dalla tua interpretazione sembra bellissimo!

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    1. Grazie Nyu! posso dirti che essendo personale, non è detto che leggendolo la troverai confermata, anche perché la maggior parte del libro 'scritto' sta proprio nelle descrizioni delle città immaginarie, io ho avuto più input dalle parti di dialogo fra Marco Polo e Kublai, che sono veramente belle!

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  3. Di Calvino ho letto solo Marcovaldo ...
    nel brano di Calvino ho visto altri elementi della sua opera.
    Il disegno è molto profondo.

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    1. Grazie Marco!
      Io ho letto solo questo e Palomar (oltre ai saggi e raccolte che ho studiato ai tempi della tesi) e mi affascina sempre perché lo trovo abbastanza 'nascosto', come se fosse sempre sottopelle rispetto al testo!

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  4. Neanch'io ho letto il libro di Calvino... pare che ti sei ritrovata con un pubblico di Scalvinati ^^
    Su Kubla Khan conosco il poema di Coleridge, che lui racconta di aver sognato e averne trascritto al risveglio quel che ne era riuscito a conservare...
    Tecnicamente, mi sembra che stai progredendo nella padronanza dell'anatomia *_*

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    1. Io ne avevo letto un estratto tempo fa e mi ero ripromessa di rileggerlo perché non ricordo nulla a riguardo! :°D
      Mi ricordo però che aveva qualcosa a che fare con un particolare approccio di Coleridge, ma ho tutta una nebbia intorno e non ricordo bene!

      Comunque grazie infinite! *_*
      Sto cercando di renderlo un processo 'naturale' e armonico, della serie dove non arriva il razionale cerco di fare arrivare la fluidità della mano e ci sto lavorando piano piano!

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  5. Bellissimo libro... D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda...
    Quindi di contro Marco Polo, che tutte quelle città/donne in verità non le ha mai visitate, conquistate o possedute, però le ha vissute nell'intimo. Non avevo mai riflettuto su questa cosa... davvero interessante. Poi devo concordare con te sulla bellezza dei dialoghi tra Marco Polo e il Kublai Khan, sempre uguali e sempre diversi, un tempo sospeso ed eterno. Sono davvero magici.

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    1. Sì! *_* Non vedevo l'ora di finire le descrizioni delle città per immergermi in quei dialoghi, sono una sorta di cuore del libro, secondo me!
      Grazie Rabbino, mi fa piacere tu abbia apprezzato!!

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  6. Non ho letto il romanzo in questione quindi non posso cogliere i riferimenti. Parlando "a pancia" vedo un uomo sognante e ambizioso, non so se il Kubilai storico fosse... sognante.

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    1. Probabilmente il reale Kublai o Kubilai era un imperatore 'come tutti', ma nella sensibilità di Calvino è divenuto un uomo parecchio riflessivo, fa parte del potere della fantasia il trasformare le figure storiche in metafore di altri significati. Te lo consiglio questo romanzo, è un libriccino molto piccolo e di sicuro tu ci troverai dell'altro rispetto a me, ma potrebbero interessarti certe sfumature!

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  7. Devo recuperare quell'opera di Calvino, altrimenti non sarei in grado di esprimere un giudizio consapevole. Anche se, ciò che vedo, mi sembra già avvolgente di suo. ;)

    Ispy 2.0

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    1. Calvino mi lascia sempre l'impressione di volersi nascondere, per questo cerco di rincorrerlo! :D

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  8. Scalvinata anche io :P
    Però... la tua interpretazione è molto interessante e motiva alla lettura *__*
    Il disegno risponde perfettamente alle intenzioni e... davvero notevole il Khan!

    Ciao Alessia, abbraccione ^^

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    1. Grazie Glò!! *_*
      Stavo infatti cercando di spiegarvi la mia interpretazione attraverso l'immagine rendendovi il mio giro mentale più comprensibile, ma essendo una visione molto personale, leggendo il libro potreste trovarci tranquillamente dell'altro! ^^

      Un abbraccio bellissima Glòò!

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  9. Curioso! Quello che percepisco nel disegno è la contemplazione non tanto il tuo vuoto. Ma tu, se ci pensi bene, con il vuoto hai molta confidenza. Cosa sono le tue opere se non spazi vuoti che ami riempire con le tue impressioni ed emozioni? Ancora una volta, davanti al vuoto, ti fermi a pensare. Riempirlo ti riesce naturale.

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    1. In realtà la cosa divertente è che nel mio disegno Kublai sta guardando uno specchio che gli riflette luce in faccia, come se stesse guardando se stesso, i suoi desideri e sogni infranti da un'illusione più grande ma di cui sta prendendo consapevolezza. Quindi sì: è contemplazione del vuoto, un vuoto che spesso è la realtà! :)

      E comunque non avevo mai pensato a questa cosa che io ho a che fare con il vuoto!! :o
      La trovo una cosa bellissima!! Grazie infinite per questa impressione prince! *_*

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  10. Di Calvino ho letto Marcovaldo e il Barone Rampante. Calvino credo sia un autore che tende a lasciare qualcosa di diverso ad ognuno. I colori di questo tuo disegno mi sembrano meno caldi, più sbiaditi... l'idea che tuo soggetto è in quiete e completa solitudine... a contemplare.. il vuoto. Bello, come sempre ;-)

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    1. Grazie Lola!! :D
      Nei colori non ho proprio voluto forzare perché non erano il centro della rappresentazione, ma proprio la figura in se stessa (e poi il disegno è fatto su una carta non apposita! ahah! :°D).

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  11. Cazzo, le città invisibili.
    L'ho letto a tredici anni ed ho pensato "voglio leggere e scrivere e viaggiare e guardare per tutta la vita"

    Poi alla fine sono rimasta seduta ben salda sulla mia sedia, ma vabo, confido nel tempo. ;)

    N'abbraccio, mia disegnatrice.

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    1. Ciau Astroo!
      Siamo due che siamo belle che sedute, ma per fortuna con la mente si può viaggiare eccome, questo non ce lo può togliere nessuno! ^_^

      Un abbraccio a te!

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  12. Eh, il libro non l'ho letto, ma sono certo che un'interpretazione personale e "diversa" possa solo essere un arricchimento del valore dell'opera.

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    1. Lo spero! ^^
      Poi magari leggendo qualcun altro potrebbe pensare che io spari baggianate e può anche avere ragione, ma i libri sono esperienze personali, secondo me. ^^

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  13. Fare la recensione di una lettura non significa spiegare le sensazioni che ci ha suscitato? A parole e col disegno, in pratica l'hai fatta ^^
    Ed ecco la mia solita idea da ban :D: Perché non farci una rubrica ? Anche mensile in cui "recensisci" una lettura in questo modo?

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    1. Onestamente ci avevo pensato in relazione al fatto che di questi periodi ho letto diverse cose e ho creato qualche giorno fa la pagina 'Percorsi' in cui ho messo i link di tutti i post che hanno un argomento comune e ci sono anche quelli dedicati ai libri! :D
      Fare una rubrica a scadenza temporale ancora non mi riesce, peròò molto probabilmente la tua non è affatto un'idea da ban ma anzi una cosa fattibilissima visto anche che ho un altro disegnino basato sulla lettura di un libro di cui volevo parlarvi! ^_^

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  14. Io adoro Calvino, anche se questo è uno dei suoi libri che ho amato meno. Mi sono piaciute molto la tua interpretazione e anche la tua opera.

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    1. Io credo che il problema di questo libro all'apparenza sia proprio il fatto che sembra un elenco telefonico di città, per questo credo che non sia quello il punto del libro ma che stia tutto 'fra le righe'! Ti ringrazio per avere apprezzato Romina! :D

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