Instant- Anglofilia

Rapax, Bird of Prey, mio disegno acrilico su cartoncino azzurro.

A me l'inglese piace!
L'ho scoperto da quando ho studiato letteratura inglese avendo modo di approcciarmi ai testi in lingua originale, mi piace vedere film o leggere libri in lingua madre, mi piace nella sua espressione di lingua letteraria, nelle possibilità espressive che fornisce. Sono comunque un'amatrice, una che a parlarlo non saprebbe da dove cominciare e che anche a scriverlo combina qualche guaio o utilizza un versione assolutamente personalizzata e maccheronico-casereccia della lingua, però mi diverto! È un gioco, fondamentalmente, senza pretese di letterarietà alcuna! [per questo si ringrazia C. che è stato il primo a spingermi ad un approccio più diretto in prima linea sul versante cinematografico!]

* * *

Vi accennavo qualche post fa dell'anglofilia che per molto tempo ha afflitto e contaminato il gusto siciliano, merito soprattutto dell'aiuto che gli inglesi hanno offerto agli isolani durante i turbinii sociali ottocenteschi, ma non vi ho detto che questo gusto all'inglese, in realtà, fu soltanto una questione estetico-stilistica che nulla ebbe a che fare con una reale assimilazione di principi civico-sociali che avrebbero potuto migliorare il modus vivendi et 'governandi'. D'altra parte, anche gli inglesi nutrivano interessati interessi nei confronti dell'isola, un esempio fra tutti i possedimenti dei Whitaker a Marsala nelle zone di produzione vinicola. 

Di quest'influenza essenzialmente estetica ed estetizzante che si espresse con potenza nelle produzioni letterarie di autori autoctoni poco conosciuti ne reca testimonianza un intellettuale isolano che si trasferì in terra toscana, dal quale proclamò una fortissima simpatia per la fiorentinità linguistica: Paolo Emiliani Giudici.
Bisogna innanzitutto anticipare che quest'uomo si mosse all'interno delle critica letteraria, quindi le sue collaborazioni giornalistiche, pur essendo di varia natura, conoscevano un post speciale riservato alla letteratura e fu un importante recensore di opere di varia natura, fra cui la raccolta di canti popolari di Lionardo Vigo di Acireale [ne parlavo qui] o di altri giovani scrittori siciliani per il cui futuro si preoccupava e non poco conoscendo la situazione critica ed estremamente superficiale dell'istruzione in Sicilia, e riguardo all'ingente influenza inglese si espresse così:

[...] tra gli altri rami dello scibile [...] il gusto per i libri inglesi si vede pur esso divenire più popolare, sì che i bei poemi di Milton, di Thompson, e di Pope, che per lo innanti conoscevansi in traduzioni, la più parte impudiche, o svisate, si leggono e forse si sentono nella lingua natia. 
[...]
Ché cercando le ragioni, onde l'amore per l'Inglese è surto a questi giorni, dico, che giunte al nostro suolo le opere di Gualtiero Scott. e gli ammirevolissimi poemi di Byron [...] hanno essi soli svegliato nel nostro cuore il desio di apparare l'idioma nel quale quei grandi così sublilmente cantarono.

Denunciando, a mio parere, proprio un atteggiamento, sì diffuso, ma prevalentemente di superficie, poco concreto nel contenuto e forse più governato dalle manie di protagonismo o dalla 'malattia di signoria' (bellissima espressione utilizzata da una donna che conoscevo da piccola) di cui soffrono endemicamente i siciliani

[...]i Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria; ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla; calpestati da una decina di popoli differenti essi credono di avere un passato imperiale che dà loro diritto a funerali sontuosi. Crede davvero Lei, Chevalley, di essere il primo a sperare di incanalare la Sicilia nel flusso della storia universale?

queste le parole del principe Salina ne Il Gattopardo ed in questo caso l'anglofilia è stata un'eccezion(al)e che ha solo confermato e sottolineato la regola e l'inghippo inestricabile da lui esposti.

Ovviamente qui si tratta di una visione poetica, romanzata e romantica del popolo siciliano che però tradisce un dato di realtà fondamentale; in fondo anche il trasporci così letterariamente è un gesto di vanto, una sottintesa e sotterranea fierezza di natura.

A presto!

Comments

  1. Ma i principi civico-sociali non sono stati assimilati neppure qui in Inghilterra se è per questo, quanto alla lingua... C'è tanta gente che parla come me ed è qui da anni, figurati!

    Con questo non sono giustificata io, straniera, a non sapere la lingua del posto in cui vivo, e infatti me ne scuso sempre... Ma diciamo che la mia istruzione è stata abbastanza scarsa e per me è un grande sforzo imparare, perché sono proprio negata ;-P

    PS: hai scritto "swin" ma forse volevi scrivere "swim"?

    ReplyDelete
    Replies
    1. Sì, al solito uno dei miei svarioni mentre scrivo! :°D Grazie della segnalazione, corretto subito! :D

      Più che altro credo anche che il contesto in cui ti trovi non ti invogli per nulla a 'fare di più', perché stai vedendo il retroscena del paese dei balocchi che tutti descrivono(l'Inghilterra come molti altri luoghi eh!)!
      Ovviamente queste discussioni fanno sempre rendere conto di come il piano reale delle cose sia spesso molto più complesso di quello che appare o di quello che si vuol credere!

      Delete
  2. Post davvero interessante! Mi piace che tu abbia affrontato il rapporto fra la diffusione dell'Inglese e i valori della civiltà che ad esso fa riferimento, mostrando come l'influenza linguistica (e storica, per riprendere la nota sul supporto durante i moti) si collochi spesso ad un livello superficiale, senza intaccare il modus vivendi, che rimane spesso - e non solo fra i Siciliani (ma il riferimento al Gattopardo è più che adeguato) fisso nelle sue forme tradizionali e rassicuranti. Complimenti per la scelta del tema e per come lo hai trattato! :)

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie tante! :D
      Fra l'altro mi viene in mente come sia una questione attualissima questa continua assimilazione di stili di vita non propriamente autoctoni che però non nega la specificità dei diversi luoghi in cui si stabilizza!
      Probabilmente nell'800 la cosa era vissuta più drammaticamente anche a causa di una volontà di affermazione dei singoli popoli che stava inondando tutta Europa e la Sicilia era parecchio in coda rispetto al resto del continente per le motivazioni espresse nel Gattopardo, ma è comunque un processo storico che appartiene a qualsiasi epoca e che si esprime proprio attraverso diversi approcci!

      Delete
  3. Io e l'inglese non viviamo nella stessa galassia.. ^^

    ReplyDelete
    Replies
    1. Ahaha! :D
      Lo pensavo anche io prima di riscoprirlo! :D

      Delete

Post a Comment

Here you can share your thoughts